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Lo sguardo che ascolta: L’Infant Observation nel contesto medico
Convegni

Lo sguardo che ascolta: L’Infant Observation nel contesto medico

AIPPI, Milano 12 maggio 2018

Lo sguardo è qualcosa di fondamentale non solo per la psicoanalisi e per l’Infant Observation, ma anche per le professioni di tipo sanitario. Ippocrate tra la fine del V e l’inizio del IV secolo a.C. scrive “il medico ha a disposizione procedimenti sensoriali e processi dell’intelletto: in primo luogo gli possono essere utili i cinque sensi. La vista precede tutti gli altri sensi: vedere il colorito dell’ammalato, dei suoi occhi, delle sue secrezioni, il grado di umidità della sua pelle, il modo in cui tiene le mani, osservarne i tremori e gli spasmi, significa incamerare dati che saranno utili nella costruzione della storia della malattia. Dall’altro, attraverso l’udito il medico acquisisce l’unica conoscenza che i maestri e i testi non sono in grado di fornire, quella sul vissuto di malattia, che può venire solo dall’ascolto delle narrazioni del paziente.” (Epidemie, I, 10).
Il convegno costituisce una piccola sfida: avvicinare il mondo medico al pensiero psicoanalitico.
Cosa accade nella relazione con i pazienti nell’ambulatorio del medico?
Il medico, attraverso l’Infant Observation, può affinare la sua capacità di osservare e di ascoltare non solo ciò che il paziente dice, ma anche di prendere coscienza dello stato emotivo del paziente – e anche del proprio – per entrare in contatto con significati consci e inconsci della comunicazione. Ciò diventa strumento di lavoro che può ampliare l’orizzonte osservativo rendendo l’intervento del medico più efficace e incisivo.


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