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Una testa in disordine: il divieto alla conoscenza come inibizione del pensiero nei bambin...
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Una testa in disordine: il divieto alla conoscenza come inibizione del pensiero nei bambini adottati

Arezzo, 7 novembre 2015

Per i bambini adottati ogni difficoltà di comprensione non è altro che la conferma della loro diversità vissuta come inferiorità. E quando confrontati con la scuola tutto ciò è fonte di frustrazione.
Sappiamo che tollerare la frustrazione – e nel caso dell’apprendimento la prima frustrazione sta nel non capire, non riuscire, accettare di non sapere – è essenziale per lo sviluppo del pensiero. Il bambino che in modo predominante tenta di sfuggirla evita di pensare, provocando l’inibizione delle sue capacità mentali.
Le recenti scoperte dell’Infant Research sullo sviluppo cerebrale del bambino dicono dell’impatto che le condizioni di deprivazione hanno sul cervello in fase di sviluppo: alcune capacità mentali, infatti, vengono inibite a livello di circuiti cerebrali (es. disfunzioni a livello dell’emisfero destro), creando pesanti conseguenze su aree legate alla memoria e alla logica.
L’ipotesi è che spesso il divieto alla conoscenza del proprio passato, della propria storia renda impossibile nei bambini adottati integrare il proprio pensiero e accedere quindi alla capacità di apprendere.


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